Il cagnolino, il leone e la scimmia: racconto di astuzia, forza e tradimento
C’era una volta un signore che andò a caccia grossa in Africa e, come spesso accade agli amanti degli animali, portò con sé il suo cucciolo. Il cucciolo, piccolo, curioso e un po’ troppo allegro per una battuta di caccia, decise un giorno di inseguire una farfalla – quella stessa farfalla che, si sa, ha il potere magico di portarti lontano, anche se non vuoi.
Così il cagnolino si trovò improvvisamente solo nella vasta savana, senza più traccia del suo gruppo né della sicurezza. Proprio allora un grande leone, più grosso di ogni paura, cominciò a correre verso di lui con passo deciso e ruggito da far tremare le foglie.
Il cucciolo, senza perdere la calma, scorse poco lontano la carcassa di un grosso animale e si mise a leccare un osso con aria sognante. Poi, proprio mentre il leone stava per saltargli addosso, si voltò e con voce ben udibile disse:
– “Mmm, che buon leone mi sono mangiato. Me ne farei un altro subito.” –
Il leone si fermò, confuso. “Che razza di animale sarà mai questo?” pensò. “E se davvero quel leone è stato mangiato? Meglio andarsene.” E così, come chi si ritira da un gioco troppo misterioso, il leone sparì.
Ma ecco che una scimmia, tutto occhi e parole, scese da un albero e, saltellando, spiegò:
– “Non ti fare ingannare, quello è solo un cane. La carcassa era lì da un pezzo! “-
Il leone, offeso e arrabbiato, disse:
– “Allora portami da quel cane. Vediamo chi mangia chi!” –
E partì con la scimmia che gli saltava sulla schiena.
Il cagnolino, sentendo tutto, non scappò. Si sedette tranquillo, dando le spalle al leone, e disse a voce alta:
– “Quella maledetta scimmia! Mezz’ora fa le ho detto di portarmi un altro bel leone grasso e ancora non si fa vedere!” –
Il leone, infuriato per l’inganno e la beffa, afferrò la scimmia e in un solo boccone la mangiò. Il cucciolo, allora, col cuore leggero come una farfalla, fuggì e tornò sano e salvo dal suo padrone.
Aveva salvato se stesso.
Ma non solo con l’inganno.
Con la parola. Con il pensiero.
E con la nascente saggezza di chi ha visto la morte… e ha scelto di vivere.
E da quel giorno il cagnolino imparò che, a volte, la vera forza non sta nei muscoli, ma nelle parole e nella testa.
Morale della favola?
1. L’intelligenza può battere la forza
Il cagnolino è piccolo, solo e indifeso, ma riesce a salvarsi grazie all’astuzia e alla prontezza di spirito. Dimostra che spesso l’intelligenza e la capacità di adattarsi sono più efficaci della forza bruta. Il coraggio del cucciolo è quello di colui che sa affrontare le avversità senza perdere la calma.
2. La comunicazione può cambiare la realtà
Il cucciolo si salva due volte solo parlando: prima facendo finta di aver mangiato un leone, poi ingannando il leone facendogli credere che la scimmia sia sua alleata. Dimostra il potere delle parole e della narrazione.
3. Chi tradisce può pagare caro
La scimmia, che fa la spia per ottenere vantaggi, finisce per essere punita. È un monito contro il tradimento e l’opportunismo, che a volte si ritorcono contro chi li mette in atto.
4. Mai sottovalutare qualcuno per il suo aspetto
Il leone sottovaluta il cane solo in un secondo momento, ma scopre (suo malgrado) che anche il più piccolo può avere grandi risorse. Questo ci insegna a non giudicare solo dall’apparenza.
(Fonte: Racconto liberamente tratto dal web e rielaborato)
