Riflessione
La Canzone dell'Ape Eterna
Nel Giardino d’Oro dove i pensieri prendono forma,
l’Ape danza tra i petali come spirito alato dell’Alba.
Ella non piange, né sospira; poiché il suo cuore è fuso nel miele del Dovere.
L’opera è la sua preghiera, e il fiore, il suo tempio.
Oh, stolto è l’Uomo che fugge la fatica!
Poiché il Dolore giace nell’ozio, e la Morte abita nei sogni inerti.
Ma l’Ape, figlia del Fuoco Divino, trasforma il tempo in eternità,
e nell’atto del fare, trova la redenzione.
Non è l’Ape prigioniera, né è schiava:
è Regina dell’Ora, Sacerdotessa del Presente.
Ogni goccia di nettare è un frammento d’Infinito
che ella raccoglie senza rimpianto.
Impara, dunque, o Anima errante:
colui che si dona all’Opera
è libero dal veleno della Tristezza.
Poiché l’Ape indaffarata non ha tempo per rattristarsi—
essa è già beata,
nell’ardore del suo sacro compito.