Parabola del contadino cinese e del cavallo smarrito
C’era una volta un vecchio contadino che viveva in un villaggio con suo figlio. Un giorno, il suo unico cavallo fuggì.
I vicini dissero:
— “Che sfortuna!”
Il contadino rispose:
— “Forse sì, forse no.”
Qualche giorno dopo, il cavallo tornò, portando con sé altri tre cavalli selvaggi.
I vicini esultarono:
— “Che fortuna straordinaria!”
Il contadino rispose:
— “Forse sì, forse no.”
Il giorno dopo, il figlio del contadino cercò di domare uno dei cavalli selvaggi, ma cadde e si fratturò una gamba.
I vicini dissero:
— “Che disgrazia!”
Il contadino rispose:
— “Forse sì, forse no.”
Pochi giorni dopo, l’esercito passò dal villaggio per arruolare giovani per la guerra. Videro che il figlio aveva la gamba rotta e non lo presero.
I vicini dissero:
— “Che fortuna!”
Il contadino rispose:
— “Forse sì, forse no.”
Significato della metafora e morale
Questa parabola insegna a non affrettarci a giudicare ciò che ci accade come “buono” o “cattivo”, perché non possiamo conoscere tutte le conseguenze di un evento nel momento in cui accade. Ogni cosa può portare a sviluppi inaspettati.
Allora, bisogna coltivare la calma, l’accettazione e la consapevolezza nel vivere il presente senza attaccamento né avversione.
La vita non segue la nostra logica
Nella nostra cultura siamo ossessionati dal controllo, dal dividere le cose in buono e cattivo, giusto e sbagliato, fortuna e sfortuna. Ma la vita non funziona così. La vita non è una macchina logica; è un processo organico. È come l’acqua: scorre, cambia forma, si adatta.
E in un mondo come il nostro, così disperatamente impegnato a sapere, a controllare, a prevedere… questa è una forma di libertà radicale.
Invece, noi viviamo cercando continuamente di etichettare le cose. Giudichiamo, sempre, tutto:
“Questo è buono.”
“Questo è cattivo.”
“Questo è giusto.”
“Questo è sbagliato.”
Ma ogni volta che lo facciamo, stiamo dimenticando una cosa fondamentale: non abbiamo idea di cosa significhi davvero un evento, fino a che non vediamo tutto il quadro.
La gente vuole sempre sapere:
“Ma allora questo che mi è successo… era una benedizione o una maledizione?”
E la risposta più onesta che si possa dare è:
“Vedremo.”
Chi può dire quali saranno le conseguenze?
Il nostro errore è voler congelare il momento, bloccarlo, sezionarlo.
“Questo è un momento brutto”, diciamo.
Ma che ne sappiamo?
Chi può dire quale sarà la conseguenza? Chi può vedere l’intera catena di cause e condizioni che si muove dietro ogni singolo evento?
Viviamo con l’illusione che la vita sia una serie di problemi da risolvere o ostacoli da superare per poi… finalmente… essere felici. Ma la felicità non è alla fine del viaggio, la felicità è il modo in cui danzi mentre cammini.
Il problema è che ci aggrappiamo a un’immagine mentale di come dovrebbero andare le cose. Ma ogni volta che diciamo “dovrebbe”, stiamo combattendo con ciò che è.
Cosa ci insegna la storia del contadino saggio?
Il segreto del contadino non è che è saggio perché sa le risposte. È saggio perché non pretende di saperle.
La saggezza non sta nel capire ogni cosa. La saggezza sta nel lasciar andare il bisogno di capire tutto subito.
E allora, cosa ci dice davvero quel contadino?
Ci sta insegnando a sospendere il giudizio, a restare aperti, a non credere troppo alla nostra prima reazione.
Perché a volte, ciò che sembra una sfortuna, si rivela una benedizione.
E ciò che ci appare come fortuna… si trasforma in rovina.
Ma il punto non è prevedere o manipolare tutto questo. Il punto è esserci. Essere pienamente presenti.
Non correre verso la fine, ma sentire ogni passo, ogni respiro, ogni battito di cuore.
Il contadino non è passivo. Non è indifferente.
È presente.
È aperto.
Non resiste al flusso delle cose, ci galleggia sopra come una foglia sull’acqua.
E tu, sei disposto a smettere di giudicare la tua vita come una lista di successi o fallimenti?
Sei disposto a sederti, respirare, e dire semplicemente:
“Forse sì, forse no… vedremo.”
Perché forse – ed è solo un forse –
questo è il primo passo verso la libertà. E magari, la prossima volta che la vita ti porta un imprevisto, potresti sorridere come quel contadino, e sospendere la sentenza, senza apporre etichette.
