L’invidia è un’emozione che proviamo o abbiamo provato tutti in qualche misura nella nostra vita. Non bisogna negarla, né nasconderla a noi stessi. E’ bene capire perché nasce e quanto ci condiziona.
Ecco, una breve analisi comparativa di come l’invidia è stata approcciata dalle diverse prospettive psicanalitiche.
Adler: L’invidia come espressione del sentimento di inferiorità
Visione generale:
Adler, fondatore della Psicologia Individuale, interpreta l’invidia come un sintomo del sentimento di inferiorità non elaborato. Per lui, ogni essere umano nasce con un senso di mancanza che lo spinge alla crescita (principio di compensazione). Tuttavia, se questo senso sfocia in una visione egocentrica e competitiva del mondo, allora si trasforma in invidia.
Punti chiave:
- L’invidia è il risultato di un confronto malsano con gli altri.
- È il segnale di uno stile di vita orientato al potere e non alla cooperazione.
- Chi prova invidia vede l’altro come minaccia al proprio valore personale.
- La via d’uscita è il sentimento sociale: spostarsi dalla rivalità alla solidarietà.
✅ L’invidia si cura coltivando appartenenza e contributo alla comunità.
Jung: L’invidia come Ombra non riconosciuta
Visione generale:
Per Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, l’invidia è una parte dell’Ombra: la porzione inconscia della psiche in cui vengono rimosse tutte le emozioni, impulsi e desideri che l’Io cosciente rifiuta. L’invidia nasce quando proiettiamo sull’altro qualità o successi che desideriamo ma non ci permettiamo di integrare nella nostra identità.
Punti chiave:
- L’invidia è una proiezione dell’Ombra: non riconosciamo come nostri i desideri che attribuiamo all’altro.
- È una spinta verso la differenziazione: ci mostra ciò che potremmo essere ma temiamo di diventare.
- Può avere una funzione evolutiva, se riconosciuta: ci mostra i nostri valori repressi.
✅ L’invidia si trasforma integrando l’Ombra: “quello che invidio mi appartiene in potenza”.
Fromm: L’invidia come frutto dell’alienazione e della società consumistica
Visione generale:
Erich Fromm, psicoanalista e filosofo umanista, interpreta l’invidia in chiave socio-psicologica. L’invidia è una reazione all’alienazione dell’essere umano in una società basata sull’avere e sul consumo. In questo contesto, il valore personale non deriva dall’essere, ma dal possedere. Da qui l’invidia: non desidero l’altro per ciò che è, ma per ciò che ha.
Punti chiave:
- L’invidia nasce in una società che enfatizza il possesso e la competizione.
- È una risposta alla frustrazione esistenziale: si desidera l’altro perché si è svuotati interiormente.
- È sintomo di una patologia del desiderio, che diventa imitativo e automatico (desidero ciò che gli altri desiderano).
- L’invidia è aggravata dalla disuguaglianza sociale e culturale.
✅ La cura è un ritorno all’etica dell’essere: sviluppare l’autenticità del proprio essere, l’amore maturo e la libertà interiore.
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