Il livello di coscienza dell’essere umano attrae gli eventi – La Quarta Via.

Tratto dai Commentari psicologici sull’insegnamento di Gurdjieff e Ouspensky di Maurice Nicoll (vol.1).

“Per prima cosa ciò che bisogna capire è che su questa Terra l’uomo è in una situazione molto strana. Quando udii per la prima volta quest’idea sull’uomo m’impressionò moltissimo. Certamente, ciò è palese, immaginiamo che l’uomo possa crescere e svilupparsi in un modo che potremmo chiamare naturalmente normale, semplicemente con l’educazione, l’esempio e così di seguito.

Invece se guardiamo la storia, notiamo che l’uomo non si è sviluppato veramente, ed in particolare se osserviamo il presente, non possiamo vantarci perché l’uomo ha intrapreso un percorso molto lontano dallo sviluppo. Basta osservare un istante gli orrori che nei tempi odierni l’umanità commette contro se stessa.

Senza dubbio, la gente è propensa ad immaginare che il tempo significa progresso e che tutto si svolga ogni volta sempre meglio a mano a mano che il tempo passa. E come regola generale la gente prende le contraddizioni ovvie come se fossero un caso eccezionale. Si dice, la gente è sempre incline a credere che, quelle che sono circostanze comuni e sempre presenti della vita, nel loro pensiero errato, sono in verità eventi eccezionali. Invero, deve ammettersi che se si prende qualche libro di storia si vedrà che trattano soprattutto di guerra, e con la guerra, di intrighi, di gente che conquista il potere e così via.”

Il livello dell’essere di un uomo attrae gli eventi della sua vita

“In realtà, a meno di avere una forza d’animo che ci permetta di vedere cosa è la vita ordinaria su questo pianeta, resteremo nell’immaginazione, o nell’illusione, se lei preferisce questa parola. Come sa, in questo sistema di lavoro, tra i molti detti che hanno una grande profondità di significato – cioè, che richiedono molto tempo per essere compresi – c’è n’è uno che dice: “il livello dell’essere di un uomo attrae la sua vita”. Questo detto si applica all’umanità in generale – cioè, il livello generale dell’umanità in rispetto al suo essere attrae la forma di vita corrispondente.

È inutile pensare che la guerra e gli orrori e le rivoluzioni, ecc., sono eccezionali. Il responsabile di tutto ciò è il livello di essere della gente. Però nessuno è disposto ad ammetterlo ed ogni volta che inizia la guerra, come si dice, la gente la prende come qualcosa di eccezionale, e basta parlare di un futuro libero da guerre, subito dopo che la guerra in corso è terminata. Possiamo vedere che la stessa cosa capita ora. La storia si ripete perché l’uomo permane allo stesso livello di essere – cioè, attrae una volta e la successiva la stessa circostanza, sente la stessa cosa, dice le stesse cose, spera le medesime cose, crede nella stessa cosa. E allora in realtà non cambia nulla.

Tutti gli articoli che furono scritti nell’ultima guerra sono esattamente uguali agli articoli scritti in questa guerra, ed ormai lo saranno per sempre. Però la cosa che più mi attanaglia è che la stessa idea si applica a noi, ad ogni persona individuale.

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Se non si produce un cambio di livello nell’essere, la storia personale di un uomo sarà sempre uguale. Tutte le cose si ripetono nella nostra vita: diciamo le stesse cose, facciamo le stesse cose, lamentiamo le stesse cose, commettiamo le stesse cose. E tutto ciò parte dalla profondissima idea che il livello di essere attrae la sua vita.”

Il cambiamento sta in noi stessi ora, non in futuro

“Occupiamoci di alcune delle principali idee che vertono sull’argomento di come sia possibile cambiare l’essere in un uomo. Tutta questa opera si riferisce ad un cambio di essere – cioè un cambio di livello di essere nel quale un uomo sta naturalmente – nella sua vita ordinaria.

La prima cosa che si deve capire ora è che ognuno di noi sta a un certo livello di essere. Rispettando ciò bisogna visualizzare una direzione verticale o una scala che si estenda per così dire dal basso verso l’alto e che abbia molti gradini. La gente – noi tutti – sta in uno e nell’altro dei gradini di questa scala che si estende verticalmente sia sotto sia sopra di noi.

Questa scala è molto differente dal tempo – cioè, del passato, presente e futuro, che possiamo immaginare come una linea orizzontale. Allo scopo di chiarire il significato della mie parole, mi piacerebbe spiegare come si immagina il tempo – cioè, lo scorrere del tempo del passato, al presente e al futuro.

In generale, il tipo di speranza meccanica che la gente alimenta, si relaziona con l’idea del tempo che fugge verso il futuro dove le cose saranno migliori, o dove essi saranno migliori e così via. Ma questa scala di cui stiamo parlando e che si riferisce ai differenti livelli dell’essere non ha nulla a che vedere con il tempo lineare. Un livello più alto di essere sta già nella parte più alta di noi, dentro di noi in questo stesso istante. Non sta nel futuro del tempo, ma in noi stessi in questo stesso momento, ora.

Tutto il lavoro su di sé, tutto il lavoro personale che verte sulla repressione delle emozioni negative, del ricordo di sé, della non identificazione con la pena e le molestie, di non avere conti interni, ecc., si riferisce ad una certa azione che può aver luogo in se stessi in questo momento – ora – se cerchiamo di essere più coscienti e ricordiamo che è ciò che stiamo tentando di fare con questo lavoro.

Si dice, il lavoro si occupa di certe trasformazioni dell’istante, del momento, del presente attraverso delle azioni del lavoro stesso. Per esempio, un uomo che è disperato, se si ferma un istante, osserva la situazione e cerca di ricordare se stesso, o cerca qualche altra azione di shock cosciente, come quella di capire la ragione del suo atteggiamento cioè, in altre parole, cerca di “trasformarsi”, di trasformare la sua reazione meccanica alle circostanze che gli capitano in quel momento, vedrà con sorpresa che subito tutto sarà diverso, il suo stato d’animo negativo sparirà, e troverà una nuova atmosfera nella quale si domanderà come possa essere caduto nel suo stato precedente.

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Questo rappresenta un cambio momentaneo nel suo livello di essere perché non esiste un livello di essere preciso, bensì un generico livello medio nel quale ci sono gradi più alti e più bassi.

Ma qui stiamo parlando delle applicazioni del lavoro su come cambiare quello che concerne il livello di essere. Stiamo parlando su ciò che può chiamarsi la terza tappa di un uomo ed ora spiegherò cosa voglio dire con questo.”

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Prima tappa: crescita dell’essenza fino a un certo punto

“È stato detto, un uomo nasce come essenza e ciò costituisce la sua parte vera, la parte dalla quale può veramente crescere e svilupparsi. Ma questa parte può crescere soltanto in modo molto ridotto. Non ha la forza di crescere ulteriormente da sola dopo i tre, quattro o cinque anni. Chiamiamola la prima tappa di un uomo. Si dice che questa prima tappa è pura energia capace di crescere da se stessa fino ad un certo livello, fino a che non arriva al punto oltre il quale non può più crescere.

La gente pensa che è naturale che la crescita e lo sviluppo è qualcosa di continuo o che dovrebbe esserlo, ma la splendida idea insegnataci da questo sistema ci dice che non è così. L’essenza dell’uomo da sola e senza aiuto può crescere solo fino ad un certo punto, e in questo caso l’uomo non rimane che un bambino. Affinché cresca ulteriormente, qualcosa deve accadere.

Deve formarsi intorno all’essenza qualcosa e questa cosa è chiamata personalità. L’essenza deve essere circondata da qualcosa che in realtà è aliena a lei. Qualcosa che si acquista con la vita, che entra attraverso i nostri sensi. Un bambino da solo deve separarsi dall’essenza e immettere qualcosa di diverso da lui nell’essenza. Come ho già detto, il centro di gravità di sé comincia a passare dall’essenza alla personalità. Apprende ogni genere di cose, imita ogni cosa, e prosegue in questo modo. Questa formazione della personalità che è necessaria per lo sviluppo dell’essenza può definirsi la seconda tappa dell’uomo. Ma, bisogna chiaramente comprendere ciò che si vuole fare a questo punto.

Il futuro sviluppo dell’essenza dipende dalla formazione che si produce al suo interno. Se si forma una personalità molto povera, molto debole, non è sufficiente per aiutare una nuova crescita dell’essenza di cui parleremo quando arriveremo alla terza tappa.”

Seconda tappa: formazione della personalità

“Nella seconda tappa deve aver luogo la formazione della personalità, e, come si dice, quanto più è ricca tanto meglio é. Però ho notato che alcuni di voi non hanno compreso il significato di ciò che si è detto qui. La ragione per cui non hanno capito ciò che si dice qui è perché non vedono la situazione straordinaria in cui s’imbatte l’uomo – cioè a dire, che l’uomo non può crescere continuamente dall’essenza perché l’essenza è troppo debole per crescere da sola.

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La prossima crescita dell’essenza dipende innanzi tutto dalla formazione della personalità e quanto più è ricca la personalità meglio sarà eventualmente la crescita dell’essenza, ma, parlando in termini generali, la formazione della personalità è per tutto sufficiente per i bisogni della vita. Un uomo si trova in una buona situazione di fronte alla vita, mediante la formazione di una ricca personalità. Ma questo lavoro, questo insegnamento, si riferisce ad una nuova tappa dell’uomo, e questa tappa la chiamerò la terza tappa.

Questo lavoro comincia quando un uomo ha sviluppato la personalità e può vedersela con la vita nella sua maniera, in una forma abbastanza ragionevole. Si dice, comincia dal livello di un buon padre di famiglia, che appartiene alla seconda tappa dello sviluppo dell’uomo.”

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Terza tappa: sviluppo dell’essenza

“Questa terza tappa si occupa di tutto ciò che riguarda un possibile, nuovo sviluppo dell’essenza ed è per questo che nei vangeli si dicono tante cose apparentemente paradossali o almeno strane, come quelle che sono contenute nel Sermone della Montagna circa l’uomo. Queste indicazioni si riferiscono al modo di far crescere l’essenza, a spese della personalità e questo è l’unico modo affinché l’essenza che è troppo debole per crescere da sola, possa continuare a svilupparsi.

In questo senso, la personalità, che si forma intorno all’essenza, arriva ad essere eventualmente – se si entra in questa terza tappa – la fonte stessa dalla quale l’essenza può crescere ancora di più. Supponiamo che in un individuo la personalità si sia riccamente sviluppata. È, allora, un uomo ricco, nel senso dato dai Vangeli. Conosce tutto, è una persona importante. Ma ciò che ha di povero nel suo essere è la sua essenza. Non è ancora un uomo giusto. Quello che ha, lo ha per ottenere merito, o per timore di perdere l’onore o la reputazione, però non fa nulla per se stesso, non ha amore per ciò che sta facendo, tranne che per gli elogi, l’autorità, la posizione, la popolarità o per qualche altro beneficio agli occhi del mondo.

Supponiamo che quest’uomo sia, in qualche modo, come il Figliol Prodigo, piuttosto che come una persona rovinata. Desidero dire sinceramente che si sente molto vuoto nonostante le sue “ricchezze”. Ha una bella casa, o gioie, è un uomo molto conosciuto, in qualche modo ottiene il meglio di tutto il resto, e senza dubbio si sente vuoto. Quest’uomo si sta avvicinando alla possibile terza tappa dello sviluppo. È giunto ora in una posizione nella quale la sua essenza, la sua parte vera, può crescere, e così riempire il sentimento di vuoto con un sentimento di soddisfazione.

Però al fine di realizzare nell’uomo questo nuovo sviluppo deve incominciare, per così dire, a sacrificare la sua personalità e comportarsi nella maniera opposta a quella seguita fin’ora. In altre parole, deve compiere una specie di inversione, che è espressa molto bene nella parabola del Figliol Prodigo e se non si comprende che questa terza tappa è possibile e porta l’uomo ad un vero sviluppo, mai si comprenderà quello che dicono i Vangeli o a cosa si riferisce questo sistema.”

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