L’amore non è possesso, né redenzione: è una forma di grazia che ci sfugge appena cerchiamo di catturarla. Chi pretende dall’amore la soddisfazione dei propri desideri, lo ha già trasformato in merce, in consumo. Ma l’amore – quello vero, quello che sa ascoltare i silenzi – non dà, non appaga, non salva. Esiste solo nel gesto che rinuncia, nell’assenza che resta. E proprio lì, dove niente ci è concesso, l’amore comincia. – Pensiero del Giorno Blog
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Spunti di riflessione del giorno
Le relazioni profonde non nascono dal bisogno di possesso o dalla richiesta di essere “completati”, ma da un sentimento di reciprocità libera e consapevole. Chi cerca nell’amore una redenzione personale o un appagamento egoistico è ancora imprigionato in una logica individualistica e verticale, dove l’altro è ridotto a strumento per compensare la propria insicurezza o il proprio senso d’inferiorità.
Ma l’amore, come la cooperazione e l’empatia, non può essere preteso. Appartiene al dominio del dono, non della richiesta. Solo quando l’individuo ha sviluppato un senso di sé sufficientemente saldo, e ha trasceso la necessità di dominare o essere dominato, può davvero entrare in una relazione amorosa matura: quella che ascolta anche il silenzio, che non reclama ma accoglie, che non salva, ma cammina accanto.
Là dove l’io rinuncia a imporsi, dove non si cerca di colmare, ma di comprendere, inizia la vera comunione. È nella libertà reciproca, nella presenza che non opprime e nell’assenza che non abbandona, che l’amore, come forza sociale profonda, può nascere e crescere. E proprio questo è ciò che ci rende veramente umani: la capacità di vivere per l’altro senza annullarci, e di costruire relazioni che elevano entrambi, non che consumano.