Il Contadino e il Serpente: favola di La Fontaine con morale.

Il Contadino e il Serpente

Un Contadin, un uomo di buon cuore,

quanto poco prudente,

andando un giorno pe’ suoi campi in vòlta

vide in terra un Serpente

sopra la neve steso assiderato,

che non avea più fiato.

Il Contadin lo prese in grembo e senza

pensar la conseguenza

d’un atto di sì stolta carità,

innanzi al fuoco adagio lo distende

e riaver lo fa.

Il gelato animale ancor non sente

il tiepore, che già l’anima snoda,

ma colla vita ritornò il serpente.

Move la testa, soffia, alza la coda,

e ingrato, senza cuore,

s’inarca e già sta per spiccare il salto

contro l’amico suo benefattore.

– O brutta bestia, senza gratitudine, –

– gridò quel galantuomo, – aspetta me -.

E feroce di collera com’è,

dà mano ad un’accetta

e zic zac l’affetta presto presto

in tre porzion, la coda, il capo e il resto.

Guizza e cerca il Serpente

di ricucir le membra – inutilmente.

E’ bella cosa il far la carità,

ma il farla bene è una faccenda seria.

Quanto agl’ingrati sempre si vedrà

che tutti finiran nella miseria.

Morale della favola: altruismo e prudenza

La morale di questa favola è che fare del bene e mostrare carità è una cosa nobile, ma bisogna essere prudenti e riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni.

L’atto di aiutare un bisognoso può portare grandi benefici, ma bisogna farlo con saggezza e cautela, considerando le possibili conseguenze.

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Inoltre, la storia sottolinea l’importanza della gratitudine e della riconoscenza. Gli ingrati che non apprezzano gli atti di generosità degli altri potrebbero trovarsi nella miseria e nella sfortuna.

Quindi, la morale invita a essere altruisti, ma anche a essere consapevoli delle persone cui estendiamo la nostra gentilezza.

Chi era Jean de La Fontaine?

Jean de La Fontaine nacque a Chateau-Thierry nel 1621 e morì a Parigi nel 1695. Di agiata famiglia borghese, fu avviato alla carriera politica dal padre, ma preferì dedicarsi alla poesia.

Spirito complesso, di intelligenza vivacissima e cultura prodigiosa, si impose per la sua versatilità: pubblicò favole, romanzi in prosa, poemi eroici, commedie, opere liriche.

Ebbe amici illustri e influenti, come Molière, Racine, Madame de la Fayette, Margherita di Lorena. Stendhal salutò il lui “il più grande poeta di Francia”.

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