21 Marzo frase di oggi sulla vita, il futuro e la connessione con tutto.
La nostra vita non è nostra. Da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro.
– Dal film ‘Cloud Atlas’
Spunti di riflessione
L’intuizione dell’interessere: ‘Tutto dipende da tutto il resto per manifestarsi.’ – Thich Nhat Hanh
Il vuoto non significa il nulla. Dire che siamo vuoti non significa che non esistiamo. Non importa se qualcosa è pieno o vuoto, quella cosa chiaramente deve essere lì in primo luogo. Quando diciamo che una tazza è vuota, la tazza deve essere lì per essere vuota. Quando diciamo che siamo vuoti, significa che dobbiamo esserci per essere vuoti di un sé permanente e separato.
Circa trent’anni fa cercavo una parola inglese per descrivere la nostra profonda interconnessione con tutto il resto. Mi è piaciuta la parola ” insieme “, ma alla fine mi è venuta in mente la parola “interessere”. Il verbo “essere” può essere fuorviante, perché non possiamo essere da soli. “Essere” è sempre “inter-essere”. Se combiniamo il prefisso “inter” con il verbo “to be” (essere), abbiamo un nuovo verbo, “inter-be”. Inter-essere e l’azione dell’interessere riflette la realtà in modo più accurato. Inter-siamo gli uni con gli altri e con tutta la vita.
C’è un biologo di nome Lewis Thomas, il cui lavoro apprezzo molto. Descrive come i nostri corpi umani sono “condivisi, affittati e occupati” da innumerevoli altri minuscoli organismi, senza i quali non potremmo “muovere un muscolo, tamburellare un dito o pensare un pensiero”. Il nostro corpo è una comunità e i trilioni di cellule non umane nel nostro corpo sono ancora più numerose delle cellule umane. Senza di loro, non potremmo essere qui in questo momento. Senza di loro, non saremmo in grado di pensare, sentire o parlare. Non ci sono, dice, esseri solitari. L’intero pianeta è una cellula gigante, vivente, che respira, con tutte le sue parti funzionanti collegate in simbiosi.
Possiamo osservare il vuoto e l’interessere ovunque nella nostra vita quotidiana. Se guardiamo un bambino, è facile vedere in lei la madre e il padre, la nonna e il nonno del bambino. Il modo in cui appare, il modo in cui si comporta, le cose che dice. Anche le sue capacità e i suoi talenti sono gli stessi dei suoi genitori. Se a volte non riusciamo a capire perché il bambino si comporta in un certo modo, è utile ricordare che non è un’entità separata. Lei è una continuazione . I suoi genitori e antenati sono dentro di lei. Quando lei cammina e parla, anche loro camminano e parlano. Guardando dentro il bambino, possiamo essere in contatto con i suoi genitori e antenati, ma allo stesso modo, guardando dentro il genitore, possiamo vedere il bambino. Non esistiamo in modo indipendente. Inter-siamo.
Tutto si basa su qualsiasi altra cosa nel cosmo per manifestarsi: una stella, una nuvola, un fiore, un albero o tu ed io.
Ricordo che una volta ero a Londra, mentre facevo meditazione camminata lungo la strada, e vidi un libro esposto nella vetrina di una libreria con il titolo My Mother, Myself . Non ho comprato il libro perché sentivo di sapere già cosa c’era dentro. È vero che ognuno di noi è una continuazione di nostra madre; siamo nostra madre. E così ogni volta che siamo arrabbiati con nostra madre o nostro padre, siamo anche arrabbiati con noi stessi. Qualunque cosa facciamo, i nostri genitori la stanno facendo con noi. Potrebbe essere difficile da accettare, ma è la verità. Non possiamo dire che non vogliamo avere niente a che fare con i nostri genitori. Loro sono in noi e noi siamo in loro. Siamo la continuazione di tutti i nostri antenati. Grazie all’impermanenza, abbiamo la possibilità di trasformare la nostra eredità in una bella direzione.
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Fonte: 'The Art of Living' - Thich Nhat Hanh (www.garrisoninstitute.org/blog/insight-of-interbeing)
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