Cosa vuol dire essere una persona paziente? Il valore della pazienza.

Usiamo spesso l’espressione “Abbi pazienza!” senza capire appieno cosa significhi. La pazienza è descritta come la capacità di affrontare la realtà senza arrabbiarsi, mantenendo la speranza e sapendo aspettare quando è necessario.

La pazienza è essenziale nella nostra vita quotidiana e nella società: ad esempio, per comprare un biglietto per lo stadio, dobbiamo pagare subito, ma aspettare per goderci la partita. Questo concetto si applica anche alle transazioni economiche e alla collaborazione tra persone.

La pazienza premia, l’impazienza fa prendere decisioni impulsive

Un esperimento famoso chiamato “Il test del marshmallow”, dimostra come i bambini capaci di aspettare per ottenere una ricompensa maggiore abbiano più successo nella vita adulta.

Invece, è interessante notare, come l’impazienza può essere collegata a processi neurologici, come la difficoltà di inibire azioni impulsive e la mancata valutazione delle conseguenze.

Studi neuroscientifici hanno osservato che la produzione di serotonina nel cervello è un possibile fattore che influisce sulla pazienza. Inoltre, gli stili di pensiero, come la tendenza a confrontare le opzioni (i pro e i contro) possono influenzare la capacità di aspettare.

Secondo Jeffrey Dalley, ricercatore all’Università di Cambridge (UK), l’impazienza “Possiamo descriverla come la tendenza ad agire senza una appropriata lungimiranza”.

Saper attendere allena la nostra perseveranza e la nostra forza volontà nel mantenere la costanza verso qualcosa che vogliamo raggiungere. Al contrario, chi non sa perseverare, perde spesso l’occasione di vedere i risultati finali raggiungibili solo con uno sforzo.

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La pazienza ha un costo

La pazienza ha anche un costo: dobbiamo aspettare, e ciò può portare a noia, rimpianti e perdita di opportunità. L’autodistrazione, come guardare il cellulare mentre si è in fila, è un modo che usiamo per gestire meglio l’attesa.

In fin dei conti, dobbiamo affrontare il costo della pazienza, riconoscendo che l’attesa, nonostante non sia ben accetta, è necessaria per raggiungere l’obiettivo. Tuttavia, valutare le priorità che si hanno nella vita, farà propendere per la scelta di attendere o lasciar perdere. E’ il caso di chi dedica la propria vita allo studio di una materia che lo appassiona: per ottenere risultati dovrà avere pazienza e costanza, ma questo richiederà la perdita di altre chances.

Secondo Salman Akhtar, studioso del Psychoanalytic Center di Philadelphia (Usa), “la pazienza consiste nell’accettazione della realtà interiore ed esterna, nell’assenza di risentimento, nel mantenimento della speranza e nella capacità di aspettare tempi migliori senza inquietudine e fretta“.

Non è facile essere pazienti

Avere la virtù della pazienza è un grande pregio, ma bisogna considerare anche il concetto di “sconto temporale”, ovvero il valore di una ricompensa diminuisce con il tempo necessario per ottenerla. Per cui, le persone tendono a preferire ricompense immediate rispetto a quelle ritardate.

La vera sfida è saper considerare il nostro “io futuro” quando prendiamo decisioni. Chi sa immaginare se stesso nel futuro e si identifica con quel sé ha più probabilità di essere paziente e perseverante.

Gli esperimenti dimostrano che tendiamo a considerare noi stessi del futuro come estranei. I nostri obiettivi (laurearci, dimagrire, smettere di fumare) ci appaiono desiderabili, ma solo in parte. Siamo più interessati al presente.

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Quindi, chi ha la capacità di immaginarsi con l’obiettivo raggiunto nel futuro ha più pazienza, poiché sa evocare anche le proprie emozioni quando si troverà in mano il risultato finalmente conseguito.

Una ricerca condotta all’Università di Chicago ha dimostrato che chi si aspetta di cambiare molto negli anni, fino a diventare di fatto “una persona diversa”, ha meno pazienza e perseveranza.

Naturalmente saper immaginare il “sé del futuro” non implica poi il successo. Per laurearsi, ad esempio, bisogna innanzitutto studiare. Tuttavia, questa capacità aiuta molto.

La propensione a riconoscersi come la stessa persona al passare del tempo è detta “connettività psicologica”. Chi ha molta connettività psicologica dà importanza ai bisogni e ai desideri che si aspetta di avere in futuro ed è disposto a portare pazienza per soddisfarli, anche se richiedono qualche sacrificio nell’immediato.

Chi invece sente il sé futuro un po’ estraneo non trova facilmente la motivazione per “andargli incontro”.

Per cui, imparare a immaginare se stessi in futuro è una capacità importante che può aiutarci a realizzarci. Con un po’ di pratica, possiamo imparare a visualizzare noi stessi in un futuro in cui abbiamo raggiunto i nostri sogni. Questo ci aiuterà a rimanere motivati ​​e a perseverare anche quando le cose diventano difficili.

(Fonte: Focus.it)

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