Che cos’è la felicità o l’infelicità? Balsekar – La fine della dualità.

Primo incontro con Ramesh Balsekar

Visitatore: Ieri l’altro, ero a Dharamsala dove c’è il Dalai Lama, io ho un problema enorme e a molti ho chiesto chi poteva aiutarmi. Mi hanno detto che a Bombay c’è una persona che può aiutarmi a trovare la risposta alla mia domanda – Ramesh Balsekar. Ho sorriso, perché ho detto che non avevo intenzione di andare entro breve a Bombay.

Ora, è accaduto che sono qui.

Il mio problema è che nell’ultimo anno ho sentito di aver perso la mia ancora, e che sono preso da un’energia sconosciuta che mi spinge da un posto all’altro. Non posso resistere … sento come d’aver perso il controllo e ho un forte dolore qui (indicando il cuore) che viene non so da dove. Adesso non lo
sento, ma può venirmi in qualsiasi momento … ed è molto doloroso.

Ramesh: Desidereresti piuttosto che non avvenisse?

V: Si, il mio desiderio è di non sentire questo dolore.

R: Perciò tutta la questione è: cosa è questa infelicità?

V: Cosa è l’infelicità per me?

R: Cosa è l’infelicità per chiunque? E, ti rende infelice, non è vero?

V: Si. L’infelicità per me è non sentirmi in pace, non sentire la pace interiore… non sapere perché sono qui.

R: Hai descritto la felicità e l’infelicità. “Voglio qualcosa che non c’è. Non voglio qualcosa che c’è”. Ecco la felicità e l’infelicità. Capisci cosa intendo? Cos’è la felicità e l’infelicità? La felicità è essere capaci di accettare ciò che è, e ciò che non è. L’infelicità è volere qualcosa che non c’è, o non volere
qualcosa che c’è.
Questa è la dualità di base della vita quotidiana.

V: Così devo accettare ciò che è anche se è così doloroso?

R: La felicità o l’infelicità non è sotto il controllo di nessuno. Cercare di accettare ciò che non ti piace, o cercare di accettare ciò che ti piace ma non puoi avere, non è sotto il tuo controllo. Questa è la base della dualità della vita quotidiana ed è per questo che la mia definizione di felicità è “stato di soddisfazione”. Con stato di soddisfazione non intendo dire che tu non debba cercare di avere ciò che vuoi, ma dopo avere fatto tutto quello che puoi fare per averlo, devi accettare la felicità o l’infelicità che ne deriva.
Questo è lo stato di soddisfazione.

Sebbene la felicità o l’infelicità non sia mai stata sotto il tuo controllo, la differenza è che non c’è la sensazione di essere indifeso. Se realmente vuoi quello che vuoi, non c’è nulla che ti fermi dal fare qualsiasi cosa senti ti piace fare per averla. Non ti sto dicendo di non averla – fai qualsiasi cosa senti che dovresti fare per averla.

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Come essere felice nella vita è la domanda basilare.

Se continui a dire “Sono stato così infelice … sono stato così infelice”, chiediti se hai fatto il meglio che potevi. Questa è la vera domanda. Scoprirai che la maggior parte della gente non ha fatto del suo meglio. Al contrario sta facendo ciò che piace agli altri.

V2: Il problema è che, essendo infelice, rendo le altre persone infelici. Rendere felici gli altri, non è sotto il nostro controllo, e poi, molte volte ho riscontrato che se un tuo caro … diciamo tua moglie è infelice, allora sei infelice. Ti senti infelice anche se la tua mente è serena. Se lei ha dei problemi e soffre, tu ti senti anche più infelice. Non sto lamentandomi di mia moglie … ma rendere felici gli altri è un compito difficile.

Se desideri stare sereno, cosa è meglio: mirare alla felicità degli altri o alla tua propria serenità?

R: La risposta è: con tutti i tuoi mezzi cerca di essere felice. Che sia chiaro questo, la tua felicità viene per prima! Io devo cercare di rendermi felice. Il punto essenziale, comunque, è che questo potrebbe accadere come potrebbe non accadere.

V3: Io mi sento veramente felice quando vado al mattino al parco e saluto tutti – anche i mendicanti. Facendo felici gli altri, mi sento davvero felice.

R: La cosa importante è che anche questo non è sotto il tuo controllo. Fare felici le altre persone non è sotto il tuo controllo. Voglio essere molto pratico e il punto è: che cosa desidero di più nella vita? Essere felice? Ma, felice per chi? Per me. Che cosa è la felicità per me? La felicità ultima è lo stato di soddisfazione, e questo stato di soddisfazione significa accettazione della base del quotidiano vivere, non la ricerca della felicità.

Ma il punto è che fare felice chiunque, o me o ‘l’altro’, non è sotto mio controllo. Quindi, che cosa è la felicità? Il significato ultimo di felicità è accettazione.

V3: Accettazione …

R: Felicità, secondo me, significa accettazione di ciò che è in qualsiasi situazione. Se non sono capace di render felice me stesso, non sono capace di far felice l’altro. La felicità definitiva è lo stato di soddisfazione e lo stato di soddisfazione vuol dire accettazione, non volere la felicità.

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Voglio la felicità cercando di fare felice mia moglie o mia sorella o il mio miglior amico. Ma la verità del problema è che sia mia moglie o l’amico, chiunque si sta cercando di far felice richiede che uno sia disinteressato. Il significato definitivo della felicità è l’accettazione.

V: Accettazione … senza cercare di cambiare?

R: Questo è quello a cui stavo arrivando. Questa è la domanda. Significa che sono impotente? No, non lo sei! E’ la tua più totale libertà fare qualsiasi cosa vuoi in qualsiasi data situazione – è la totale libertà cercare di rendere chiunque felice.

Perciò, arriviamo alla conclusione che la ricerca della felicità è il problema. Quindi, non cercare la felicità significa accettare qualsiasi cosa in ogni momento.

V: L’accettazione significa rassegnazione … che io sono completamente impotente?

R: Sembra esserlo

V: Il problema è che io non so cosa fare!

R: E questa è la soluzione. Accettazione di ciò che è, prenderla come felicità. Accettazione significa accettazione di felicità o infelicità, così come avviene.

V3: Significa accettare qualsiasi cosa così come è – fare il tuo meglio in qualsiasi data situazione, ma non aspettarsi di riuscire in ciò che si desidera?

R: Quasi esatto. L’aspettativa significa invitare la frustrazione. Accettare significa resa, e la sola cosa o persona a cui puoi aspettarti di arrenderti è il Creatore.

V: Cosa fare se mia moglie, i miei amici o parenti vogliono che mi comporti in modo diverso? Sono molto scontenti di come mi comporto, io vorrei renderli felici, ma così renderei infelice me. E’ questo il modo di arrendersi?

R: Arrendersi a ciò che è, è il solo modo. Arrendersi significa non aspettarsi cambiamento, significa volere nessun cambiamento. Il punto autentico dell’infelicità è l’aspettativa mancante di qualcosa, aspettarsi qualcosa significa aspettarsi un cambiamento. Non aspettarsi un cambiamento significa non favorire la frustrazione.

V2: Ho compreso completamente quello hai detto, ma quando ci si trova nella vita di tutti i giorni, diventa estremamente difficile metterlo in pratica.

R: Ho mai detto, mai, che vivere è facile?

V2: Praticare la non aspettativa nella vita quotidiana non è facile, tendi ad essere frustrato. Per esempio, il modo come guidava mia moglie, il modo in cui mia moglie si comportava … imprecava nel traffico, ho davvero sentito che avrei dovuto schiaffeggiarla e mi sono consolato dicendo … ha raggiunto il fondo. Non posso stare con questa persona che mi rende infelice in ogni momento. Non ho mai interrotto le relazioni con la mia famiglia. Dovrei stare in questo matrimonio solamente perché siamo legati?

R: Vuoi essere felice, questo è vero, ma la cosa è che la mente vuole che qualcosa cambi. Perciò, parlo di pratica vita quotidiana. La cosa importante è lasciare la vita fluire.

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V3: Se accetti la tua frustrazione, poi la frustrazione se ne va; se accetti la tua speranza e poi la speranza se ne va. Ma, il problema è se uno non accetta la frustrazione.

R: Quale è la base della speranza?

V3: Base della speranza è la non accettazione di ciò che è.

R: Perciò non sperando nessun cambiamento.

V3: Ma perché devo avere questa speranza?

R: Alla fine, che cosa ti aspetti?

V3: Nulla.

R: Cosa ti aspetti? Nulla? Non vuoi nulla e non ti aspetti nulla? (Pausa)

Dopo tutto ciò che è stato detto e fatto, quale è la conclusione? ‘Vorrei essere morto. Vorrei non essere nato’ … ma questo non è sotto il controllo di nessuno. Perché voglio morire? La morte significa volere che qualcosa che c’è non ci fosse, o volere qualcosa che non c’è ci fosse.

V2: Aspettare la morte non è come aspettarsi un cambiamento?

R: Perciò, lascia che la vita accada. Tu non vuoi la morte, ma questo non è sotto il tuo controllo. Vuoi la vita, ma anche questo non è sotto il tuo controllo. Perciò, il punto importante è – lascia che la vita accada.

V: Mi piacerebbe chiedere sulle pratiche di meditazione. Quando si va per una lunga sessione di meditazione come Vipassana, speriamo tutti in un cambiamento. Allora è meglio non farla affatto? O farla senza sperando …

R: Qualche volta, alcune pratiche sono veramente dure. Se non speri in risultati, allora per quale motivi ti danni per loro? Dunque, cosa è la meditazione? La meditazione è la morte con respiro. E rimanere senza respiro è la morte. Lascia che la vita accada. Vivere secondo qualsiasi cosa sta accadendo. Dunque , accetta la vita o la morte.

V3: Così non ci dovrebbe essere l’aspettativa della morte.

R: Anche questa è un’aspettativa. Pertanto, non aspettarti neanche la morte.

V3: Ma Sir, ho visto molte persone per le quali il corpo è diventato un peso e, naturalmente, l’aspettativa della morte si manifesta.

R: Hai detto la cosa giusta. Ogni cosa accade. Nessuno fa niente.

(Tratto da “La fine della dualità”Ramesh Balsekar)

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Ebook: La fine della dualità

Il libro “La fine della dualità” con i dialoghi di Ramesh Balsekar in formato PDF è scaricabile gratuitamente Devi essere registrato e loggato per accedere a questo contenuto.

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