Non riuscire a dimenticare una persona. Effetto Zeigarnik psicologia.

L'”effetto Zeigarnik” è un fenomeno psicologico che prende il nome dalla psicologa lituana Bluma Zeigarnik, che lo osservò in un ristorante affollato a Vienna. L’effetto Zeigarnik si manifesta quando un compito o un’attività viene interrotto o lasciato incompleto.

Che cos’è l’effetto Zeigarnik?

La psicologa Bluma Zeigarnik, mentre era al ristorante, notò che il cameriere riusciva a ricordare gli ordini degli ospiti fino a quando non venivano serviti, dopodiché dimenticava cosa aveva portato al tavolo. Tuttavia, il cameriere ricordava particolarmente bene gli ordini che erano stati lasciati incompleti o a metà.

Bluma Zeigarnik approfondì questo fenomeno in laboratorio e scoprì che quando un compito non viene portato a termine, si crea uno stato mentale di tensione che rende difficile concentrarsi su altri processi mentali. Questo meccanismo è simile a quando si compila una lista delle cose da fare: il solo atto di pianificare un’attività invia messaggi ansiosi alla mente, spingendola a voler portare a termine quell’attività.

L’effetto Zeigarnik in amore e nelle relazioni

Questo fenomeno psicologico può influenzare le relazioni umane. Se una relazione viene conclusa senza una risoluzione chiara, lasciando cose “sospese” o non dette, l’effetto Zeigarnik può far sì che la relazione continui a occupare la mente delle persone coinvolte. Questo può portare a speculazioni inutili sul passato, auto-svalutazione, sensi di colpa e fantasie su come sarebbe potuto essere diverso.

Nel contesto delle relazioni, il “sospeso” e il “non detto” possono influire negativamente sull’autostima delle persone coinvolte. Trascurare il riconoscimento di questo effetto potrebbe aumentare le probabilità di sentirci insoddisfatti, inappagati o incapaci, creando così frustrazioni che si riversano in ogni ambito della nostra vita, sia che la questione riguardi una relazione o un’attività lavorativa.

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L’effetto Zeigarnik viene anche sfruttato in ambito cinematografico, ad esempio nei trailer dei film, attraverso l’uso del “cliffhanger,” una tecnica narrativa che crea tensione e curiosità nel pubblico, lasciando la storia in sospeso in un momento di grande suspense.

La psicologa concluse che: la mente umana ha più facilità a continuare un’azione già cominciata e portarla a termine, piuttosto che dover affrontare un compito partendo da zero. Infatti, quando si incomincia un’azione si crea una motivazione per portarla a termine che rimane insoddisfatta se l’attività viene interrotta. Sotto l’effetto di questa motivazione un compito interrotto rimane nella memoria meglio e più profondamente di un’attività completata.“ (da Wikipedia)

La scoperta di questo meccanismo ha evidenziato come la mente umana tenda a dare importanza a ciò che è incompleto o lasciato in sospeso, influenzando la nostra capacità di dimenticare e spingendoci a cercare conclusioni o risoluzioni.

Come chiudere le relazioni e le questioni in sospeso?

Per mantenere l’equilibrio psicologico occorre sempre “chiudere i conti in sospeso”, cioè risolvere le questioni irrisolte o non affrontate nella nostra vita che possono influenzare il nostro benessere emotivo e la nostra capacità di guardare al futuro con positività.

I conti in sospeso si riferiscono a diverse situazioni come: come scuse non date, perdono non concesso, debiti non saldati, relazioni non chiarite o azioni non compiute.

Tutte le questioni irrisolte possono influenzare negativamente il presente, causando stress, senso di colpa o impedendoci di vivere pienamente. La chiusura di questi conti è vista come un passo necessario per vivere nel presente con soddisfazione e guardare al futuro con ottimismo.

Accettare e lasciare andare

Il processo di chiusura delle questioni in sospeso inizia con un lavoro personale di accettazione. Non è sempre necessario confrontarsi con le persone coinvolte, ma piuttosto accettare, lasciar andare e integrare l’accaduto nella propria vita.

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Responsabilità personale

Chiudere i conti in sospeso richiede di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle reazioni alle situazioni. L’obiettivo principale è riportare armonia nella propria vita, anziché cercare vendetta o dimostrare di avere ragione.

Consigli di auto-coaching

Ecco alcuni passaggi pratici per chiudere le questioni irrisolte.

  • Riflessione sull’impatto delle questioni irrisolte nel presente.
  • Decisione su come ci si vuole sentire rispetto a tali situazioni.
  • Scelta delle azioni da compiere per raggiungere quel sentimento desiderato.
  • Accettazione attiva e responsabile, incluso il possibile “non fare niente” se appropriato.
  • Decluttering, ovvero liberarsi di ciò che tiene ancorati al passato.
  • Conclusione di ciò che è possibile concludere, mettendo da parte l’orgoglio.
  • Accettazione della situazione quando non è possibile risolverla.
  • Concentrazione sul presente, coltivando soddisfazioni quotidiane e rimanendo nel momento attuale.

Riassumendo, possiamo dire che per chiudere i conti con il passato irrisolto, ci sono delle fasi di lavoro interiore che prevedono un primo indispensabile processo di accettazione, la scelta di un’adeguata azione, la liberazione attraverso la capacità di lasciare andare, riconoscendo ciò che non giova più alla nostra vita emotiva.

(Fonti consultate: psiche.santagostino.it; patriziarcadi.it)

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